venerdì 27 luglio 2007

Il nuovo decreto legislativo contro le pratiche commerciali sleali

NUOVE LEGGI PER VENDITA A DISTANZA E DIRECT MARKETING

Tempi duri per chi utilizza prassi commerciali sleali, offrendo prodotti ‘porta a porta’, per telefono o attraverso un sito web anche se posto all’estero.

Il Governo italiano il 27 luglio scorso ha approvato un decreto legislativi contro le pratiche commerciali scorrette e aggressive.

Il Consiglio dei ministri ha, infatti, approvato due decreti legislativi in materia e con questo via libera l’Italia è tra i primi paesi a recepire la Direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali.

le nuove norme vietano le pratiche commerciali scorrette nei rapporti tra imprese e consumatori; si amplia ulteriormente il campo delle condotte sanzionabili e si rafforzano le competenze dell’Antitrust.

Ecco dieci esempi di comportamenti che saranno vietati con l'altrata in vigore del Decreto Legilsativo, a giudizio del Ministero per lo Sviluppo Economico

1) effettuare visite non gradite a casa del consumatore;

2) effettuare ripetute sollecitazioni commerciali per telefono, posta elettronica o altro messo;

3) esortare i bambini o convincere i genitori ad acquistare i prodotti reclamizzati

4) lasciare intendere che il consumatore abbia già vinto un premio in caso di acquisto di un prodotto;

5) far credere al consumatore che in caso di mancato acquisto del prodotto sia in pericolo l’attività lavorativa del venditore;

6) presentare come gratuita l’offerta di un prodotto quando, in realtà, saranno caricati sul consumatore i costi di spedizione;

7) esibire al consumatore un marchio di qualità non autorizzato o presentare un prodotto con certificazioni non veritiere;

8) sollecitare all’acquisto dichiarando che il consumatore non troverà quel prodotto ad un prezzo così basso presso nessun altro venditore;

9) fare pressing psicologico sul consumatore dando l’impressione che non possa lasciare i locali senza acquistare un qualche prodotto o concludere un contratto;

10) dare informazioni non veritiere sulla qualità del prodotto, sui prezzi di mercato e sulle proprietà curative del prodotto.