lunedì 22 giugno 2009

Come viene percepita la privacy on line? Ecco il rapporto 2009

Una ricerca approfondita analizza l’atteggiamento degli utenti durante le interazioni che comportano la registrazione di dati personali. L’indagine, svolta su un campione rappresentativo degli italiani che utilizzano la rete, è stata commissionata da MagNews nell’ambito di una più ampia ricerca intorno ai fattori che determinano la qualità della relazione

Qual è il livello di attenzione dei navigatori italiani alla loro privacy? Quando e perché decidono di completare un form on line o lo abbandonano rinunciando magari a un’offerta pur di non comunicare i propri dati di contatto?

Queste sono le domande principali a cui risponde il sondaggio commissionato da MagNews, uno dei leader storici dell’E-mail Marketing italiano, e realizzato da Human Highway su un campione di circa 1.000 individui rappresentativi dei circa 23 milioni di navigatori abituali italiani sopra i 15 anni, che si connettono almeno 1 volta a settimana.

Conoscenza della Privacy:

Per quanto riguarda la conoscenza della legge sulla Privacy, gli utenti italiani appaiono abbastanza informati sui principi fondamentali (circa due su tre sanno di poter chiedere da dove provengono i propri dati di contatto e che possono richiederne la cancellazione), anche se un 20% circa del campione ammette la propria totale ignoranza in materia. L’informativa Privacy obbligatoria è sistematicamente ignorata da poco più del 20% degli utenti, mentre, all’altro opposto, c’è un 10% circa di navigatori nostrani (che equivale a circa 2,5 milioni di individui) che non solo dichiarano di leggerla sempre o quasi, ma ne conservano anche una copia. Le parti della dichiarazione che vengono prese maggiormente in considerazione (e che comportano i maggiori tassi di abbandono) sono soprattutto la possibilità di trasferire dati a terzi e l’estensione a questi dell’autorizzazione all’invio di comunicazioni commerciali.

Compilazione dei form:

I dati raccolti sul web tramite moduli-form non sono generalmente percepiti in maniera negativa, almeno fino a quando non si richiedono informazioni più specifiche legate alla sfera economica e reddituale (con tassi di abbandono che arrivano fino al 57%), alla composizione del nucleo familiare ed alla tipologia di abitazione, oppure non si fanno domande sul tempo libero, sul titolo di studi e non viene chiesto di indicare il sesso (in questi casi i tassi di abbandono sono intorno al 10%). Se queste richieste non sono adeguatamente motivate e contestualizzate è molto probabile infatti che l’utente interrompa la compilazione o fornisca dati inesatti.

Atteggiamento verso lo spamming:

Interessante l’atteggiamento degli italiani nei confronti dello spamming. Malgrado il fenomeno sia ormai dilagante (solo il 3% dichiara di non esserne in qualche modo coinvolto), gli utenti di Internet non sono affatto rassegnati. Solo il 15% non reagisce a quella che ritiene essere una violazione della propria privacy, mentre 8 persone su 10 hanno protestato almeno una volta con chi spediva loro messaggi non richiesti o hanno cambiato indirizzo e-mail (quasi 3 su 4 intervistati), oppure ancora hanno aggiunto il mittente tra quelli filtrati dai sistemi antispam (quasi la metà dei casi). Addirittura 1 utente su 3 dice di essersi rivolto al Garante per la Privacy almeno una volta (è probabile però che questa risposta sia indotta dalla crescente intolleranza verso lo spam e dalla confusione di ruoli tra Autorità Garante e responsabile del trattamento).

Privacy e Minori:

Il problema è molto sentito, soprattutto dagli intervistati con figli. In questi casi, se il fine è tutelare i dati personali dei minorenni, ogni mezzo, anche coercitivo, è ritenuto giustificato.


L’indagine completa Privacy e Permission Marketing online – Rapporto Italia 2009 è interamente scaricabile, in maniera gratuita, collegandosi al sito MagNews all’indirizzo: www.mag-news.it/privacy2009.