giovedì 19 novembre 2009

La (brutta) riforma per il telemarketing è legge. Ma le perplessità restano tante

Alla fine è passata.

La riforma sul telemarketing, quella che stravolge le regole consolidate dell'opt in e della richiesta del consenso preventivo, è stata approvata, complice una serie di coincidenze e di passaggi parlamentari delicati che hanno impedito,  a causa della questione di fiducia, la discussione approfondita che la stessa Commissione Europea aveva sollecitato.

A molti la riforma non  piace, per tanti motivi legati  non solo all' interesse di parte, come è comprensibile, ma anche per ragioni che riguardano l'efficacia, l'efficienza, l'etica insomma la coerenza con i principi generali che regolano la materia  del trattamento dei dati personali.

Esprime bene questa posizione, unitaria e sopra gli interessi di parte, il comunicato stampa emesso dal Garante a seguito dell'approvazione della riforma.

Vale la pena leggerlo perchè credo non rimarrà un atto isolato. Il provvedimento approvato dal Parlamento andrà interpretato ed applicato. E da questo comunicato si possono ricavare già alcune possibili linee interpretative future.

Avremo modo di riparlarne. Ma prima di esprimere soddisfazione per questa riforma, chi è davvero interessato alle sorti del marketing  in Italia farebbe bene ad avere dubbi e a cercare di capire cosa significherà in concreto introdurre un registro delle opposizioni, dopo dodici anni di opt in.

Quanti saranno gli iscritti? Quante saranno le contestazioni? Le scommesse sono aperte.

Ecco il testo integrale del Comunicato del Garante


Telemarketing: su nuove norme il Garante privacy esprime perplessità e preoccupazione
L'Autorità Garante per la privacy esprime forte preoccupazione riguardo agli effetti negativi che potranno derivare dalle nuove norme in materia di telemarketing introdotte dal cosiddetto “decreto legge Ronchi”, appena approvato in via definitiva dalla Camera.
In particolare suscita molta perplessità l'istituzione di un registro pubblico al quale devono iscriversi quanti non vogliono essere disturbati da telefonate pubblicitarie o commerciali, caricando così i cittadini di incombenze e problemi.
Si rischia, inoltre, di causare ulteriori molestie ad abbonati e utenti, che, almeno fino a quando non sarà istituito il registro, si vedranno di nuovo massicciamente contattare da aziende, gestori telefonici, società di servizi con le offerte più diverse.
La norma prevede, peraltro, che possano essere contattati a fini promozionali anche coloro che a suo tempo avevano manifestato la volontà di non ricevere più pubblicità telefonica, provocando in questo modo ulteriori fastidi a tutti, compreso  chi si era già espresso su questa questione.
Sconcertante e inspiegabile appare anche la mancata previsione del parere formale del Garante sull'istituzione del registro, sul cui funzionamento e sulla cui organizzazione l'Autorità viene tuttavia chiamata a vigilare.
Pur riservandosi di verificarne in concreto il funzionamento, l'Autorità esprime infine dubbi sull'effettiva efficacia del registro, il quale peraltro non verrà, come erroneamente riportato da notizie di stampa, gestito direttamente dal Garante, ma da un ente o organismo diverso, ancora da individuare.
Roma, 19 novembre 2009




Nessun commento: